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Mondiali Val di Sole: tutti i risultati del week end.


XC UNDER 23: Non è un caso se Nino Schurter sia stato scelto fra i tre svizzeri chiamati a dare la caccia al podio olimpico. A 22 anni il corridore elvetico vanta un palmarés impressionante: due titoli mondiali juniores e due di staffetta, sette titoli europei fra juniores, under 23 e staffetta senza contare le altre medaglie. Poteva chiudere la sua porzione di carriera Under 23 senza un successo? Impossibile. Il campione svizzero ha onorato al meglio la prova di categoria dei Mondiali di Val di Sole con una gara che andrebbe presa ad esempio e studiata. Un’andatura costante, senza strappi, amministrando sempre il suo fisico sin dalla partenza.

Unico a tenere il suo ritmo è stato il sudafricano Burry Stander (ora il Sud Africa vince anche nel cross country e non più solamente nella downhill…) che ha tenuto anche a un paio di attacchi di Schurter nel terzo e quarto giro ma nel penultimo ha preferito lasciarlo andar via. Schurter ha sempre pedalato sul giro intorno a 17’25”, rallentando solamente nell’ultima tornata quando ormai era tutto deciso. Una vittoria che per Nino, applaudito e sostenuto anche dagli italiani, rappresenta un antipasto di quanto potrà fare a Pechino. Quel che fa pensare sono i distacchi che Schurter ha imposto agli avversari: Stander ha ancora tenuto, chiudendo a 47”, ma il terzo, l’altro svizzero Fluckinger, ha chiuso con 3’46”. Da notare che la classifica dei primissimi è quasi dominata dalla Svizzera, ma questa ormai non è quasi più una notizia.

Per quanto concerne gli italiani, il migliore in partenza era stato Umberto Corti, arrivato fino al 13. posto dopo un giro e mezzo, ma poi andatosi progressivamente spegnendo. Cominelli, attardato alla partenza, ha recuperato fino alla 14. piazza, poi anche lui ha pagato lo sforzo e un percorso che si conferma tra i più severi della recente storia iridata.

TRIAL 26”: Grande delusione per il neo campione del mondo junior , lo spagnolo Abel Mustieles Garcia che non va’ oltre il quarto posto nella prova riservata ai 26” con 30 penalità contro le 18 dell’elvetico Loris Braun che si prende la rivincita dopo la medaglia d’argento di ieri nel 20”. Dal bronzo all’argento invece il canadese James Barton che chiude la sua prova con 20 penalità mentre sale sul podio il francese Kevin Aglae con 27 penalità.

Nella gara maschile elite, sempre disciplina 26”, si impone a sorpresa con sole 27 penalità, il transalpino Gilles Coustellier vice campione del mondo nel 2007, raggiungendo il fratello già iridato della disciplina nel 2003 e andando così a spodestare il campione uscente, il connazionale Vincent Hermance che dovrà così accontentarsi del suo quarto argento mondiale con 33 penalità.

La Spagna che ha invece dominato in tutte le categorie nella disciplina 20”, tris per loro nella giornata di ieri, si deve invece ancora una volta accontentare nella di un piazzamento, medaglia di bronzo quindi per Daniel Comas Riera, il migliore nelle semifinali ma a 12 penalità dal vincitore nella gara che attribuiva oggi il titolo iridato.

Nella prova a squadre vittoria della Spagna (400 punti), sulla Francia (360 punti) e terzo gradino del podio per la Svizzera (352).

DOWNHILL: Non era mai successo che due fratelli si laureassero nella stessa giornata campioni del mondo di mountain bike. La Val di Sole s’impossessa anche di questo primato grazie ai britannici Gee e Rachel Atherton, vincitori del titolo iridato nella downhill al termine di due prove molto diverse fra loro.

La gara maschile è stata appassionante quanto poche altre nella storia di questa disciplina. Merito di un percorso molto ben costruito, tecnico e capace di far emergere i migliori guidatori. A lungo la prova è stata dominata dai francesi Pedemanaud prima e poi l’ex iridato Barel che a lungo ha sognato il colpaccio dopo una stagione difficile per un grave infortunio. Ma quando è toccato ai primi 15 delle qualificazioni, la classifica si è rivoluzionata innanzitutto grazie al 34enne Steve Peat, britannico due volte campione europeo e per ben tre volte argento ai Mondiali. A Commezzadura Peat ha sognato di raggiungere quel che ha inseguito per una vita soprattutto quando il grande favorito, il bicampione del mondo australiano Samuel Hill che aveva segnato intertempi straordinari con 5-6 secondi di vantaggio passando dove nessuno aveva osato, è caduto sulla penultima curva, vedendo svanire tutto il vantaggio ma riuscendo comunque a terminargli a 53 centesimi. Sembrava fatta, ma doveva ancora scendere il suo connazionale Gee Atherton che scegliendo traiettorie ardite e dominando la bici come un cavallo selvaggio ha chiuso in 3:12.12, con 262 su Peat mai così deluso per una piazza d’onore, la quarta della sua storia. Terzo lo sfortunatissimo Hill, certamente ancora più deluso di Peat. In campo italiano va sottolineata la prova di Marco Milivinti, che con 3’2961 è riuscito a entrare fra i primi 15, traguardo non indifferente per un 23enne come lui. Si è ben distinto anche l’ex iridato junior Bruno Zanchi, che a 35 anni chiude una splendida carriera lasciandosi alle spalle fior di più giovani discesisti.

Ben diversa la prova femminile che Rachel Atherton ha dominato sin dal primo intermedio, gestendo subito una decina di secondi di vantaggio sulla frotta di atlete francesi, ben tre alle sue spalle. La britannica ha chiuso in 3’4992 con 1199 sull’ex iridata Sabrina Jonnier e 1711 sull’altra transalpina Emmeline Ragot. L’unica italiana in gara, Elisa Canepa, ha chiuso 18. in 5960.

Lo strapotere della scuola britannica nella downhill, settore sul quale la federazione nazionale ha investito moltissimo a livello giovanile, si è visto anche nella prova junior maschile con un’altra doppietta, merito di Josh Bryceland vincitore in 3’2355 (tempo che gli sarebbe valso un piazzamento fra i primi 10 nella prova assoluta) davanti a Sam Dale staccato di 751, terzo il francese Rémi Thirion a 858. Primo italiano Davide Don, 22. a 2908. Riscatto transalpino nella gara femminile di categoria con monopolio tutto tricolore: prima Anais Pajot in 4’1771, seconda Myriam Nicole a 573, terza Mélanie Pugin a 2875.

4CROSS: Epilogo a sorpresa nel 4Cross che ha concluso la penultima giornata di gare ai Campionati Mondiali di Mtb in Val di Sole. La finale del torneo maschile è stata infatti caratterizzata da una maxi caduta alla prima curva che ha coinvolto tre dei quattro partecipanti, tra cui quello che era dato per grande favorito, l’australiano Jared Graves miglior tempo nelle qualificazioni. Oro quindi all’unico scampato, lo spagnolo Rafael Alvarez de Lara arrivato incredulo al traguardo. Argento allo svizzero Roger Rinderknecht, bronzo al francese Mickael Deldycke, solamente quarto un delusissimo Graves, che in semifinale era riuscito nell’impresa di eliminare il pluricampione del mondo, l’americano Brian Lopes.

Gli statunitensi si sono rifatti nella prova femminile, anche questa caratterizzata da una caduta nell’appuntamento decisivo che ha coinvolto il miglior tempo delle qualificazioni, l’olandese Anneke Beerten, vittima di una stretta in curva da parte delle due rappresentanti della Rep.Ceka Horakova e Labounkova, aggiudicatesi le piazze d’onore alle spalle della vincitrice, l’americana Melissa Buhl. Va notato che fra uomini e donne ben tre rappresentanti vengono dal Bmx (l’elvetico Rinderknecht e le due ceke) e saranno presenti ai prossimi Giochi Olimpici di Pechino nella nuova specialità.

XC FEMMINILE: A otto anni di distanza dalla sua ultima vittoria iridata, la spagnola Margarita Fullana torna sul trono mondiale della Mtb aggiudicandosi la gara Elite femminile di cross country ai Mondiali in Val di Sole. L’iberica ha risolto in suo favore una prova confermatasi molto difficile, con cinque giri da percorrere ognuno dei quali con due salite molto lunghe e la seconda piuttosto severa.

Un percorso congeniale all’iberica, considerata da sempre tra le migliori scalatrici del panorama mondiale. Nelle prime fasi di gara è stata la tedesca Spitz a guidare la gara insieme alla stessa Fullana e alla russa Kalentieva che però accusava con evidenza la fatica sui tratti più impervi. Dalle retrovie intanto stava rientrando con vigore la polacca Wloszczowska, la più veloce nel corso della terza tornata.

Per questo la Fullana, temendo un ricongiungimento ai vertici, ha attaccato sulla seconda salita del quarto giro. Un attacco veemente il suo che ha spezzato la resistenza delle avversarie, tanto che la Fullana ha realizzato proprio in quest’occasione il suo giro più veloce, ben un minuto e mezzo in meno del precedente.

Nell’ultima tornata l’iberica ha amministrato la vittoria chiudendo in 1h35’01 con 1’43 sulla Spitz e 2’20 sulla Kalentieva, mentre la polacca accusava lo sforzo al pari della campionessa olimpica,la norvegese Dahle che dopo una brutta partenza si era riavvicinata alla testa nella fase centrale della corsa. Prova anonima per le italiane, con Eva Lechner, la più attesa, autrice di una buona partenza ma ben presto spentasi per navigare sempre intorno al 20. posto.

Per la Fullana è un buon biglietto da visita per i prossimi Giochi Olimpici di Pechino dove vorrebbe cancellare la delusione di Sydney 2000, terza dopo essere stata sorpassata dalla Pezzo in discesa con una caduta che non ha mai digerito.

XC MASCHILE: I Mondiali dei record si chiudono con un altro primato: non era mai successo infatti che una nazione monopolizzasse il podio del cross country maschile. Il merito è della Svizzera, che conclude nella maniera migliore un mondiale trionfale dimostrando che il lavoro svolto in profondità nel movimento della mountain bike nazionale, investendo grandi risorse sull’attività nazionale e giovanile, alla fine paga. Un podio costruito in maniera molto differente: Sauser e Vogel hanno subito inferto alla corsa un ritmo straordinario, con frazione da 16’45 quando i test dicevano che sotto i 17 minuti era impossibile andare.

Ralph Naef invece è partito tranquillo, rimanendo intorno alla ventesima piazza nelle prime tornate per poi riprendere man mano tutti coloro, e sono stati tanti, che hanno pagato l’ardire di seguire il ritmo dei due connazionali. All’inizio a tenere testa ai due svizzeri è stato lo svdese Kessiakoff, mentre il pluricampione mondiale Absalon, preso un po’ di sorpresa dall’immediata accelerazione dei due, non è riuscito a riagganciarsi.

Gli altri, come Hermida, Fuglsang e lo stesso Fontana nei primi 10 per le prime due tornate, rimanevano vicini ma a prezzo di sforzi altissimi. Nel terzo giro Sauser accelera visibilmente e Vogel lo lascia andare, ma la vittima dell’attacco è Kessiakoff che perde un minuto in un giro e si vede avvicinato da Absalon che nel successivo lo raggiunge e supera. Intanto da dietro inizia la rimonta di Naef, che al quinto giro è quinto e nel sesto raggiunge e supera un Absalon ormai talmente distrutto dalla fatica e in debito di ossigeno da scegliere la via del ritiro.

La tripletta ormai è fatta, agli altri non restano che le briciole e pensare che Naef si vede preclusa la via delle Olimpiadi dai due che lo precedono al Mondiale e dall’iridato Under 23 Schurter dà l’idea della forza del movimento elvetico. In casa italiana detto di Fontana al quale va comunque dato atto di aver insistito per portare a termine la gara, Longo ha rotto il reggisella nel secondo giro quando iniziava a recuperare posizioni, Zoli è sempre stato anonimo così il migliore è stato Johann Pallhuber, autore di una gara tutta in progressione che alla fine lo ha visto concludere al 13. posto con Tiberi 19.. Un po’ poco ma è pur sempre qualcosa. E attenzione, perché ai Giochi Olimpici di Pechino sarà tutta un’altra storia.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.